C'è una novità proveniente dalle scuderie di Banca Sella, una soluzione che sta già riscuotendo molto successo, sia per le modalità di utilizzo che per quella di gestione.
Quale prestito conviene ai dipendenti pubblici?
La vita degli statali non è tutta rose e fiori come si potrebbe pensare
L'immaginario collettivo li dipinge come pigri, lassisti, raccomandati...e ricchi. La realtà, però, è ben diversa. Soprattutto per quel che riguarda l'ultimo aspetto
Difficilmente, infatti, un impiegato comunale, un insegnante o un usciere si possono permettere un attico in centro, una seconda casa al mare, e più di una macchina parcheggiata in garage (quando ne possiedono uno).
Sono i dirigenti, invece, a dormire sonni tranquilli, perché il problema della liquidità non li sfiora minimamente.
La nutritissima categoria dei dipendenti statali di media-bassa fascia ha quindi bisogno, in caso di spese impreviste e improrogabili, di rivolgersi a banche/finanziarie per chiedere liquidità. Esattamente come sono costretti a fare i lavoratori privati.
Quali i prestiti per dipendenti statali?
Esistono 2 formule
- Il prestito personale per liquidità
Generalmente offerto con pagamento tramite bollettino o RID sul c/c offre tassi compresi tra il 7 e il 10%.
Per un finanziamento di 10.000€ in 48 mesi la rata arriva a 246€ (Taeg 8,84%) - Il prestito personale tramite il quinto dello stipendio.
Questa, che prende un nome ben preciso: cessione del quinto. Il motivo è intuitivo, l'ammontare massimo della rata mensile di rimborso NON può superare il 20% dello stipendio.
Poiché si arriva ad 1/5° dello stipendio come rata massima, l'importo concedibile varia in base allo stipendio. Il Taeg è molto competitivo e non supera quasi mai il 4-5%.
Attraverso la cessione del quinto dello stipendio il dipende statale può chiedere ed ottenere fino a 75mila euro da rimborsare entro 10 anni (120 mesi).
Quali prestiti scegliere dunque?
Si possono riassumere con una parola: convenienza, sia dal lato dell'utente che dal lato di chi eroga il credito.
Gli interessi restano sicuramente più convenienti per la cessione del quinto ed inoltre il tasso è fisso.
Con la cessione del quinti, il richiedente non è tenuto a fornire particolari o suppletive garanzie alla banca o finanziaria (niente fideiussione, Crif).
Spetta infine al datore di lavoro (in questo caso l'ente statale per cui si lavora) trattenere direttamente sulla busta paga la rata mensile di rimborso, e girarla al soggetto che ha erogato il credito.
di Carlo De Rossi
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