Beni rifugio & Covid: come evitare di passare dalla padella alla brace
In tempi dominati dall'incertezza conviene investire in oro?
La risposta è tutt'altro che scontata
In primis perché è necessario superare l'equazione beni fisici = beni rifugio. A questo si aggiunge il fatto che le modalità di acquisto del metallo prezioso, in realtà, sono due.
Quella più immediata è rappresentata dal classico lingotto e dalle monete; entrambi, in quanto oggetti, costituiscono un valore sottratto dal mercato finanziario. Quindi immune alle sue fluttuazioni, ad eventuali speculazioni, ed alle crisi economiche.
Attenzione, però, perché chi vuole investire garantendosi un tesoretto, una riserva di valore, senza pagare lo scotto delle montagne russe connesse ai suddetti scenari, deve rendersi autonomo anche nella fase successiva all'acquisto. Vale a dire quella del deposito, della custodia del prezioso bene. Quindi, per dormire sonni tranquilli, è necessario tenere i lingotti e le monete presso di sé, o comunque in luoghi che si possono controllare direttamente: casseforti casalinghe opportunatamente camuffate, ecc ecc.
Delegare la custodia dell'oro alla propria banca o a società ad hoc ricrea il problema iniziale. Vale a dire quello di essere esposti alle "intemperie" economico-finanziarie. Sì, perché istituti di credito & co potrebbero essere investiti da crack di varia natura.
...e la seconda opzione, vi starete chiedendo? Chi vuole evitare lo stress di sentirsi preda appetitosa per i ladri può "virare" sull'oro finanziario, equiparabile ai conti in valuta (Exchange Traded Fund, e futures che costituiscono contratti standard a carattere speculativo).
Investire in oro finanziario, però, pur presentando il vantaggio della comodità e praticità, non è consigliabile a chiunque. E questo perché l'eventualità che chi lo ha emesso possa non garantire la solvibilità sempre e comunque, rappresenta una significativa spada di Damocle.
Giuliana Ferri
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