Districarsi nel mondo dei prestiti, tra cifre, tassi, rate e requisiti, non è semplice.
Finanziamento: qual è la busta paga minima per ottenerlo?
La richiesta di un prestito è più complessa di quanto si possa immaginare, non solo per i vari documenti da produrre, ma anche perché ci sono molte variabili che ne consentono o meno la fattibilità.
Inoltre c'è da considerare che, se la banca rifiuta la richiesta, il nominativo di chi ha inoltrato domanda resta nei database SIC e CRIF per circa 30 giorni. Ecco perché prima di presentare l'istanza è necessario conoscere tutti i requisiti, tra i quali la busta paga minima per ottenere un finanziamento.
Il valore di questa informazione riguarda quindi le probabilità di ottenere il capitale desiderato. Se la richiesta di finanziamento non è in linea con le possibilità del richiedente, banche e società finanziarie rigettano quasi automaticamente la domanda di finanziamento.
Prima di affrontare nel dettaglio la questione però va chiarito che non esiste una risposta assoluta e valida per ogni situazione. I requisiti da soddisfare aumentano a seconda delle pretese avanzate dal richiedente e al tipo di finanziamento richiesto.
Per un parere di fattibilità positiva, le banche, oltre al rapporto rata/reddito, valutano anche la soglia minima di sussistenza, ovvero quell'importo su cui un individuo o una famiglia deve poter contare mensilmente, pagato il mutuo e al netto di altri eventuali debiti, per far fronte alle esigenze primarie (ad esempio fare la spesa e pagare le utenze).
Per un individuo singolo le banche in genere considerano € 800 mensili, invece per le famiglie bisogna aggiungere € 200 a persona.
La busta paga minima con cessione del quinto
Come avevamo accennato, solo alcuni finanziamenti vengono concessi quando il reddito fisso percepito dal richiedente è basso. Questa forma è la cessione del quinto, che prevede il rimborso delle rate attraverso detrazioni dirette dalla busta paga o pensione.
In particolare, per il 2022 il trattamento minimo è fissato a 523,83 euro, come stabilito dalla Circolare Inps numero 97 del 23 dicembre 2021. Cosa significa? Nel momento in cui un soggetto avanza una richiesta di finanziamento su cessione del quinto, la quota cedibile viene calcolata salvaguardando il trattamento minimo.
La busta paga o pensione percepita viene quindi divisa per cinque, in modo da individuare facilmente la somma massima teoricamente cedibile. Come suggerisce il nome, infatti, la cessione del quinto consente il pagamento di una rata massima pari alla quinta parte del reddito fisso netto del beneficiario.
Se però il reddito, decurtato della quinta parte, scende al di sotto del trattamento minimo, l'importo della rata si riduce.
L'intento è chiaramente fare in modo che il debitore mantenga un'entrata mensile non inferiore al trattamento minimo previsto per legge. Di conseguenza non è possibile ottenere un prestito con busta paga di 500 euro.
In questi casi, quindi, la quota cedibile corrisponde alla differenza tra il reddito e il suddetto trattamento. Una forma di tutela che evita l'eccessivo indebitamento del contribuente e che allo stesso tempo consente l'attivazione di un prestito a tutti coloro che superano questa soglia.
Prestiti personali e soglia minima di sussistenza
Logiche simili a quelle della cessione del quinto si applicano anche ai prestiti personali, per i quali non è però stabilito un limite altrettanto definito. In questo caso, infatti, è la banca o società finanziaria a fissare un parametro di riferimento per la busta paga minima per finanziamento.
In linea di massima viene utilizzato come metro di confronto un salario minimo di sussistenza, che si stima intorno ai 750-800 euro al mese. Questa somma dovrà quindi rimanere nella disponibilità del beneficiario del prestito, al netto delle eventuali rate per altri finanziamenti già in corso.
Anche in questo caso quindi non è possibile individuare con esattezza una busta paga minima per finanziamento. In assenza di prestiti o mutui, comunque, una busta paga di 1.000 euro dovrebbe essere sufficiente per ottenere una linea di credito. A condizione chiaramente di concordare con la banca una rata sostenibile, ovvero non superiore a 200 euro. E di conseguenza prevedere un importo finanziabile alla portata delle effettive capacità di rimborso del richiedente.
Ma per ottenere credito non basta avere un reddito effettivamente superiore alle soglie minime. Il richiedente deve anche soddisfare diversi altri requisiti di natura reddituale e patrimoniale.
In primo luogo, è fondamentale che il soggetto risulti assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato o, comunque, per un periodo notevolmente più esteso di quello previsto per la durata del piano di rimborso. Vale a dire che il contratto di lavoro dovrebbe risultare attivo per l'intero periodo di ammortamento. Altrimenti, la richiesta viene rigettata dalla banca.
Busta paga e anzianità professionale
Come abbiamo accennato in precedenza, un altro requisito è certamente l'anzianità professionale. Vale a dire che un ragazzo assunto con contratto a tempo indeterminato da appena due mesi incontra generalmente difficoltà ad ottenere il finanziamento.
La ragione è semplice: un soggetto con questo profilo non ha accantonato un TFR abbastanza cospicuo da rappresentare una garanzia per la banca. Perciò non può essere considerato finanziariamente affidabile. Senza contare che una persona assunta da poche settimane non è in grado di presentare un numero adeguato di buste paga.
Solitamente banche e finanziarie ne chiedono almeno due. Ma si tratta di un requisito arbitrario, che può essere innalzato dalla banca senza addurre particolari motivazioni. È frequente anche che l'ente di credito preveda un'anzianità professionale minima di un anno. In linea di massima, non si può fare un finanziamento con la prima busta paga.
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